Serie A: la Juve regola il Bologna, il Toro cade a Napoli
Squadre torinesi ancora in altalena nella massima serie
Troppo Napoli per un Torino che, travolto nella prima frazione, non riesce a rialzarsi e incassa la terza sconfitta consecutiva, mentre la convalescente Juventus ritrova il successo e qualche nota positiva regolando senza patemi l'arrendevole Bologna. Rappresentanti del calcio sotto la Mole sempre in altalena anche dopo l'ottava giornata di campionato.
Erano i granata ad aprire il turno della ripresa dopo la sosta per le nazionali andando a sfidare al "Maradona" la capolista partenopea. Nella circostanza Juric dava fiducia alla linea difensiva composta da Djidji, Buongiorno e Rodriguez davanti a Milinkovic-Savic, confermando Singo e Lazaro sulle corsie esterne. Le chiavi del gioco a centrocampo erano affidate a Lukic e Linetty, rinnovata la coppia di trequartisti, con il recuperato Miranchuk e Vlasic a supporto dell'unica punta granata.
Il piano tattico del tecnico torinista saltava però dopo appena sei minuti, quando il colpo di testa del liberissimo Anguissa dava il via alla sinfonia della squadra di Spalletti. Il Toro soffriva il pressing feroce e le verticalizzazioni degli azzurri, facendosi infilare soprattutto sulle fasce laterali, dove spadroneggiavano Kvaratskhelia e Politano, mentre i due interni nella zona nevralgica risultavano in costante inferiorità numerica di fronte agli scatenati Zielinski, Lobotka e Anguissa. Proprio la cavalcata che portava al raddoppio del camerunense testimoniava il divario di ritmo, determinazione e condizione mentale presente in campo, suggellato dalla stilettata che portava al tris del georgiano.
Sul fronte granata, dove anche i centrali difensivi faticavano a contenere il "folletto" Raspadori, gli unici bagliori arrivavano da Vlasic e, soprattutto, Sanabria (encomiabile nel suo battersi da solo in mezzo alla difesa avversaria), che prima dell'intervallo accorciava le distanze e rischiava addirittura di riportare clamorosamente il Toro in partita lambendo il montante.
Scontato il tema tattico della ripresa, in cui il Napoli allentava la pressione amministrando il rassicurante vantaggio salvo punzecchiare con insidiosi affondi alla ricerca della quarta rete, mentre i granata cercavano timidamente di affacciarsi in avanti sfruttando soprattutto le iniziative del neo entrato Radonjic, che riusciva però ad impegnare Meret solo a pochi minuti dallo scadere, troppo tardi per tentare di raddrizzare una situazione ampiamente compromessa da un avvio di gara disastroso.
Riordinate le idee, il Toro dovrà provare ad invertire la tendenza negativa domenica nell'anticipo casalingo dell'ora di pranzo contro l'Empoli.
Dopo un settembre nero e le contestazioni prima della gara, la Juventus (di nuovo in maglia ciclamino, questa volta per finalità benefiche) ha ritrovato determinazione, vittoria e sorriso favorita anche dall'abulico atteggiamento del Bologna. Per l'occasione Allegri faceva leva sull'usato sicuro del 4-4-2, mettendo davanti al rientrante Szczesny i pretoriani Danilo, Bremer, Bonucci e Alex Sandro; a centrocampo, lasciati a riposo Cuadrado e Paredes, erano Locatelli e il volitivo Rabiot a dover cercare di impostare la manovra, con Kostic e McKennie (quest'ultimo chiamato anche ad "alzarsi" a ridosso delle punte in fase offensiva) a creare soluzioni sulle corsie esterne. Azzeccata la scelta di schierare due attaccanti di ruolo e di peso, con Milik bravo a supportare Vlahovic.
Di fronte all'atteggiamento remissivo del Bologna, salito a Torino con l'unico intento di difendersi, come testimoniano anche le continue perdite di tempo messe in atto sin dalle battute iniziali, la Juve, pur cercando di sfruttare il campo in ampiezza, trovava le consuete difficoltà a sviluppare la manovra a causa dei ritmi ancora una volta troppo bassi. Di conseguenza, il pallone girava in orizzontale con qualche evitabile ripiegamento all'indietro e i varchi nella difesa felisinea diventavano sempre più rari, così come le verticalizzazioni bianconere. Unico modo per far saltare il fortino avversario il recupero palla con immediato ribaltamento di fronte, ovvero il vecchio e sano contropiede che sull'asse Milik, Vlahovic, Kostic portava alla rete del vantaggio siglata dall'esterno serbo.
Passata in vantaggio, la Vecchia Signora si scrollava di dosso tensioni e timori, mentre la squadra di Thiago Motta non era in grado di cambiare passo. La manovra juventina diventava più fluida, il ritmo si alzava e prima dell'intervallo Milik andava vicino al raddoppio, negato solo dall'istinto di Skorupski.
Ripresa in discesa per la Juve, che a cavallo del quarto d'ora piazzava l'uno-due con cui chiudeva la partita. Da manuale l'azione del raddoppio, ancora un contropiede manovrato con inserimento in sovrapposizione e cross al bacio di McKennie per la testa di Vlahovic, che ritrovava la via della rete. Di opportunismo e pura potenza la successiva sassata di Milik sugli sviluppi di un'azione d'angolo.
Girandola di sostituzioni nell'ultima mezz'ora, con i bianconeri che inserivano il pilota automatico sfiorando la goleada con Vlahovic, Milik (palo) e Alex Sandro. Non pervenuto, tranne qualche timida azione di rimessa, il Bologna. Al triplice fischio di Abisso sorrisi in casa Juve per la vittoria e il piglio ritrovati, buon viatico in vista degli impegni cruciali di mercoledì in Champions League contro il Maccabi Haifa e di sabato in casa del Milan.
Fotografia: fonte Eurosport.