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Giocare è un lavoro? Sveglia all'alba

Alzi la mano chi continua a pensare che la Serie D sia una categoria per Dilettanti? Trasferte chilometriche nel bel mezzo della settimana, allenamenti mattutini e anche rimborsi mensili, che includono magari anche il vitto in albergo, da tempo sono alcune tra le prove più evidenti di quello che a tutti gli effetti è un professionismo mascherato. L'ultimo a gettare via questa maschera, la scorsa settimana, è stato il presidente del Chieti Giorgio Pomponi. In un modo tutto suo e con una propria logica. Dopo una sconfitta della sua squadra da lui definita «ignobile» contro l'Isernia valida per l'undicesima giornata del Girone F, il primo tifoso della squadra abruzzese ha deciso di punire tutti: nessuna multa, nessun esonero, nessun giocatore fuori rosa, ma una settimana di doppie sedute di allenamento, con quella del mattino però fissata – udite, udite – alle 6.30. Lo scalpore con cui è stato accolto il provvedimento da giornali e radio nazionali è stato però smontato in poche battute dallo stesso Pomponi che, intervenuto alla trasmissione radiofonica 'Tutti convocati' di Radio24, ha spiegato in questi termini il senso della sua decisione: «Ogni tanto bisogna riportare i giocatori alla realtà quella vera, che non è quella di un calciatore che fa la Serie D. Visto che certi atteggiamenti non vanno bene, abbiamo pensato di dare una mezza volta svolta, e abbiamo voluto fargli capire cosa vuole dire la parola sacrificio in tutti i sensi. I sacrifici che fanno il 99% del popolo italiano, quello che si alza alla mattina presto e torna la sera tardi». Detto in altre parole: giocare a pallone è un lavoro? che lo sia anche quando si fissa la sveglia…

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  Scritto da Giovanni Teolis il 16/11/2015
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