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Il Toro batte la Roma, la Juve va ko e pensa alla Superlega

La Juve scivola all'ultima curva di fronte alla Dea, perde un confronto diretto dal peso specifico enorme e vede compromettersi ancora di più la corsa verso la Champions League, in attesa degli sviluppi di una Superlega che potrebbe minare dalle fondamenta l'attuale sistema calcio sino a farlo implodere. Il Toro forse più bello della stagione regola in rimonta con cuore e concretezza una Roma ormai ingolosita dalla torta europea e vede il sereno all'orizzonte.

Domenica di campionato secondo tradizione fra alti e bassi per le due rappresentanti del pallone sotto la Mole. Nell'uggioso pomeriggio di Bergamo i bianconeri affrontavano col piglio e l'accortezza tattica giusti l'Atalanta, cercando di fare la partita e di impedire le pericolose ripartenze in verticale degli orobici. Le chiusure impeccabili in difesa (su tutti De Ligt), il dinamismo e la determinazione a centrocampo nella riconquista e nella circolazione della palla, non venivano però supportati dalla necessaria lucidità ed efficacia offensiva.

Assente Cristiano Ronaldo (per la verità in forma tutt'altro che smagliante nelle ultime apparizioni), non bastavano il moto perpetuo e i guizzi di Cuadrado (il migliore tra gli juventini) per scardinare l'accorta retroguardia nerazzurra. A corrente alternata Chiesa (uscito anzitempo per infortunio), modesta la qualità nell'impostazione di Rabiot e Bentancur, impalpabile Dybala, tornato giocoforza titolare ma troppo "tuttocampista" e troppo poco vicino alla porta, in crisi conclamata Morata, incapace di concretizzare anche le poche che gli sono capitate.

La gara, bloccata tatticamente soprattutto a causa dell'enorme importanza della posta in palio, proseguiva avara di emozioni anche nella ripresa, quando la squadra di Gasperini cominciava lentamente a prendere il sopravvento. Qui si invertivano ruoli e fattori rispetto al passato: erano la freschezza e la qualità dei cambi dell'Atalanta (in particolare gli ingressi di Ilicic e Malinovskyi) a fare la differenza, mentre la Vecchia Signora, prigioniera di una sconsolante situazione da "vorrei ma non posso" e sempre abulica in avanti (dove comunque la presenza del suo fuoriclasse portoghese gioca un ruolo ancora rilevante), si appiattiva progressivamente.

La banda di Gasperini, compagine ormai matura per palcoscenici di altissimo livello, ci credeva, veniva premiata dalla fortuna sul filo di lana con la deviazione di Alex Sandro che spiazzava Szczesny (decisivo appena un minuto prima) sul tiro del fantasista ucraino, riusciva a vincere una partita "sporca" senza il suo consueto gioco spumeggiante e sgambettava in campionato i bianconeri dopo vent'anni.

A Madama non resta che rimboccarsi le maniche e tentare, a partire dalla gara infrasettimanale di mercoledì contro il Parma, di incamerare più punti possibili per non perdere il treno dell'Europa di prima classe, salvo volerci risalire con il club scissionista della Superlega.

All'ora dell'aperitivo sorrisi e meritato brindisi per i tifosi granata. L'avvio del confronto con la Roma riportava alla mente i fantasmi del passato avvalorati dal VAR, ma il Vecchio Cuore Granata pulsa di nuovo a ritmi antichi e la squadra di Nicola, che continua a coniugare qualità e ritrovata concretezza, non si scomponeva e cominciava la sua lenta ed inesorabile risalita. Pur concedendo qualche varco di troppo ai giallorossi, i torinisti erano solidi e propositivi a centrocampo grazie Mandragora, Lukic e Verdi, ed insidiosi sulle corsie esterne con gli ispirati Vojvoda (nella foto di www.torinofc.it in azione contro l'ex Bruno Peres) e Ansaldi.

Il pareggio sfiorato da Lukic, Sanabria e Ansaldi era solo il prologo ad una ripresa in crescendo, in cui il bomber paraguaiano, imbeccato da Ansaldi, metteva subito le cose a posto con la specialità della casa (leggi colpo di testa). Capitan Belotti si caricava di nuovo la squadra sulle spalle e il Toro, davvero "tremendista", colpiva con cinismo in contropiede. Mister Nicola azzeccava ancora una volta i cambi e Zaza operava il sorpasso finalizzando al primo pallone toccato l'iniziativa del Gallo.

Dopodiché Toro si dimostrava lucido nel contenere il tentativo di reazione della squadra di Fonseca e lo scippo di Belotti a Fazio con cioccolatino servito a Rincon chiudeva in gloria un pomeriggio che ha portato i granata a +5 sulla zona retrocessione, con una partita ancora da recuperare. Mercoledì a Bologna l'occasione per allungare la striscia positiva e mettere altro fieno in cascina.

 

 

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  Scritto da Luca Ceste il 20/04/2021
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