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Il Toro doma il Bologna, Juve impantanata in Laguna

Una Juventus di nuovo indecifrabile e sconcertante getta nella Laguna altri due punti proseguendo nella sua stagione fra alti (pochi) e bassi (troppi) ormai caratterizzata da un triste, costante anonimato. Il Torino presenta invece la sua versione più convincente, dispone dapprima a proprio piacimento del Bologna, poi ne contiene la reazione e riesce, a differenza di altre occasioni, a blindare una vittoria che fa sorridere classifica e morale. Sempre luci e ombre, dunque, per le rappresentanti del calcio sotto la Mole, anche dopo la diciassettesima giornata di serie A.

Sull'isola di Sant'Elena, i bianconeri dai due volti cadono nella trappola tesa dai coraggiosi arancioneroverdi di Zanetti sul terreno del "Penzo", stadio dalla struttura e dall'atmosfera d'altri tempi. Dopo aver agguantato in settimana "di corto muso" e gran fortuna il primo posto nel girone di Champions League, la squadra di Allegri cerca secondo pronostico di fare la partita anche contro il Venezia. Il modulo proposto è quello consueto, con difesa imperniata sui centrali Bonucci e De Ligt, Luca Pellegrini (tra i pochi a salvarsi al termine del confronto) e l'impalpabile De Sciglio sulle corsie esterne, Locatelli col sempre troppo compassato supporto di Rabiot a cercare di impostare la manovra, mentre Cuadrado, Dybala e Bernardeschi erano chiamati a svariare alle spalle di Morata.

La Vecchia Signora provava ad alternare giocate sfruttando l'ampiezza del campo a strette triangolazioni in verticale, ma l'ennesimo infortunio del suo fantasista argentino (rischiato forse con troppa leggerezza da Allegri) dopo una decina di minuti complicava i piani in un contesto dai ritmi comunque sempre eccessivamente bassi.

L'inserimento dell'imberbe Kaio Jorge in sostituzione della Joya di fatto trasformava l'assetto juventino in un 4-4-2 ben bloccato dal compatto schieramento veneziano. Fallita una clamorosa occasione proprio dal brasiliano, era necessaria la deviazione d'astuzia di Morata sul tiro-cross di Pellegrini poco dopo la mezz'ora per far breccia nel muro dei padroni di casa. Sbloccato il risultato, la partita sembrava in discesa per Madama, che continuava a mantenere la supremazia territoriale ma aveva il torto di non chiudere i conti prima dell'intervallo (grave l'errore di Cuadrado al tramonto della prima frazione).

Copione decisamente stravolto al rientro delle squadre in campo. La Juve, ancora una volta supponente e dalla personalità labile, mollava la presa rintanandosi a difesa dello striminzito vantaggio, pensando che il raddoppio sarebbe prima o poi arrivato quasi per grazia divina per il solo fatto di vestire la maglia bianconera (nell'occasione in versione gialloblù carnevalesco da trasferta), non facendo i conti con la sua attuale incapacità di gestire il vantaggio.

Di tutt'altro avviso la squadra di Paolo Zanetti, rinvigorita e decisa a giocarsi fino in fondo tutte le sue carte. Con dieci minuti da manuale il Venezia chiudeva gli incredibilmente remissivi avversari nella loro metà campo andando ad una velocità decisamente superiore, vincendo quasi tutti i confronti diretti e cogliendo il meritato pareggio grazie alla stilettata dal limite di Aramu, giunta al termine di un'azione che ha messo il dito nella piaga della scarsa reattività nelle chiusure difensive da parte degli uomini di Allegri.

Il resto della partita era l'immagine della deprimente Juventus di questi tempi, stucchevole nelle sue manovre senza alcun furore agonistico, quasi incapace di creare occasioni da rete (l'unica il tiro di Bernardeschi a botta sicura sventato da Romero), imprecisa nei fondamentali e lenta nell'impostazione, senza giovamento dagli inserimenti dalla panchina e in costante pericolo sulle ripartenze avversarie (monumentale il suo centrale olandese in un paio di circostanze). Il pareggio era l'esito scontato di un confronto in cui i bianconeri, con molto rammarico, hanno compiuto l'ennesimo passo del gambero. Date le premesse, la sfida di sabato prossimo a Bologna sfugge ad ogni pronostico.

Pranzo della domenica gustoso per il Torino, che ha offerto una prestazione di personalità proprio contro l'insidioso Bologna. Mettendo in pratica il verbo del proprio allenatore croato, i granata prendevano subito il controllo dell'iniziativa di fronte ad un avversario che si mostrava fin troppo guardingo. L'inedito trio arretrato formato da Zima, Bremer e Rodriguez imbrigliava senza troppi problemi l'unica punta felsinea Arnautovic, mentre nel settore nevralgico Lukic e Pobega si facevano apprezzare con una prova di "lotta e di di governo", con le fasce laterali arate da Singo e Vojvoda. Dinamici i trequartisti Praet e Pjaca a supporto di Sanabria, tra i migliori in campo.

La squadra di Juric alternava il possesso palla nella metà campo avversaria col pressing alto per ribaltare velocemente il fronte e quest'ultima variante tattica la premiava in occasione della rete del vantaggio di Sanabria (la sua esultanza nella foto www.torinofc.it). Dopodiché il Toro continuava a caricare chiamando Skorupski agli straordinari e venendo fermato solo dall'incrocio dei pali sul tocco sotto misura del centravanti paraguaiano. Nella ripresa i granata continuavano con fluidità e pericolosità a menare le danze, rimpinguando il bottino con merito grazie alla combinazione Pjaca-Lukic-Pobega, tre fra i più brillanti nel radioso pomeriggio torinista, treminata in rete con la coplicità della doppia deviazione autolesionistica di Soumaoro e Skorupski.

Il Bologna continuava ad apparire incapace di reagire, ma l'incursione di Sansone che sfruttava una delle poche amnesie di giornata della retroguardia di Juric, faceva riaprire la partita permettendo ad Orsolini di dimezzare le distanze dal dischetto.

Sfatando la recente tendenza negativa, il Toro riusciva a fare quadrato di fronte all'assalto finale dei rossoblù evitando di far diventare di passione gli ultimi dieci minuti e legittimando la vittoria con la zampata di Zaza miracolosamente bloccata da Skorupski. Domenica prossima i granata saranno chiamati a dare continuità ai loro risultati e a fornire un'altra prova di maturità nell'impegno casalingo contro il Verona.

 

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  Scritto da Luca Ceste il 13/12/2021
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