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Edizione provinciale di Torino


Ancora un weekend amaro per le formazioni torinesi di serie A

La Juventus parte bene poi, secondo un copione diventato ormai triste consuetudine, si scioglie come neve al sole alle prime difficoltà e incassa dal Milan una sconfitta più dura di quanto dica il punteggio finale. Anche il Torino tiene fede al canovaccio mostrato in quest'inizio di stagione: assalta l'Empoli, sfiora il gol in più occasioni (in due circostanze glielo annulla il VAR), quindi viene trafitto dalla prodezza di Destro ma, a differenza dei "cugini", riesce almeno ad evitare fortunosamente in extremis la sconfitta, seppur dovendo ancora masticare amaro per il digiuno dalla vittoria che si prolunga. Turno di campionato a tinte fosche per le due rappresentati del calcio sotto la Mole, che si avviano con il morale non certo alle stelle verso un derby mai come questa volta, almeno sulla carta, di piccolo cabotaggio.

La trasferta di Milano rappresentava un crocevia per la Juventus, chiamata a confermare i piccoli miglioramenti mostrati nelle gare precedenti al cospetto di una rivale storica, in uno scontro diretto che avrebbe potuto dare già indicazioni importanti sulle prospettive stagionali. L'avvio era confortante, con i bianconeri dal piglio volitivo che pressavano con intensità, prendevano sul ritmo gli avversari, verticalizzavano e andavano alla conclusione con Cuadrado, Milik e Danilo. Esaurita la spinta, la Vecchia Signora, evidenziando chiari limiti di personalità, tornava ad abbassarsi lasciando campo ai rossoneri.

Nel settore nevralgico Locatelli e Rabiot fativcavano a reggere il dei dirimpettai Bennacer e Pobega, mentre sulle corsie esterne Cuadrado e Danilo andavano in costante difficolta di fronte alla crescita ed alle accelerazioni di Theo Hernandez e Leao, così come avveniva sull'altro fronte, con Alex Sandro preso in mezzo dalle combinazioni fra Tonali e Brahim Diaz.

Baricentro basso e troppi errori di misura nell'impostazione impedivano efficaci ripartenze, mentre in fase difensiva Madama soffriva troppo sulle palle inattive, punto di forza, al contrario, dei milanisti.

I tre pali colpiti da Leao rappresentavano un campanello d'allarme inascoltato, mentre la rete del vantaggio rossonero segnata da Tomori era la sintesi degli attuali difetti bianconeri. Cuadrado anticipato da Theo Hernandez (con netto fallo non rilevato da Orsato, arbitraggio un po' troppo all'inglese, anche se equamente distribuito, il suo), mancanza di reattività sul successivo angolo e distrazione di Alex Sandro che non saliva tenendo in gioco il difensore-goleador milanista).

Nella ripresa ci si aspettava almeno un Juve determinata a rimontare lo svantaggio, invece la squadra di Allegri incassava subito la rete che chiudeva la partita al termine di un'altra azione didascalica dei suoi difetti. Errore in disimpegno di Vlahovic sotto la pressione avversaria, indolenza di Bonucci nel cercare di fermare Brahim Diaz anche spendendo un fallo, incapacità di recuperare sull'uomo lanciato verso la porta e tentativo di parata revedibile da parte di Szczesny.

Combinata la frittata, la Juventus spariva dal campo, dominata in lungo e in largo dalla squadra di Pioli. Reparti slegati, ritmo quasi dopolavoristico, sterilità e carenza di idee nell'impostazione della manovra confinata in uno stucchevole giro palla, nuove lacune difensive e cortocircuito comunicativo anche con la panchina, totale incapacità di reazione dopo essere andata di nuovo in crisi alle prime difficoltà. Unici bagliori nel buio la generosità di Milik e i guizzi offensivi di Kean, quando però gli avversari avevano già inserito il pilota automatico, mentre nel recupero rischiava il tracollo in contropiede.

Martedì altro giro di Champions, quasi un'ultima spiaggia in casa degli israeliani del Maccabi Haifa, magari affidandosi all'estro di San Di Maria, e sabato la trappola derby che potrebbe fare sprofondare definitivamente i bianconeri. Se la Juve piange, il Torino non ha certo di che ridere e dopo il rocambolesco pareggio contro l'Empoli ha ben donde di continuare a smoccolare. Fedele al suo credo tattico, Juric, ancora squalificato e sostituito in panchina dal vice Paro, rispolverava Schuurs al centro della difesa affiancato da Djidji e Rodriguez, dando spazio sulle corsie esterne ad Aina e Lazaro, mentre la manovra veniva affidata a Lukic e Linetty; inedita e pimpante la coppia di trequartisti Vlasic-Miranchuk a sostegno del dinamico teminale offensivo Sanabria.

Partenza a razzo e totale dominio granata nel primo tempo, con l'Empoli travolto dall'intensità e dalle combinazioni in verticale dei padroni di casa. Vicario in grande spolvero nel tenere inviolata la propria porta, Vlasic ispiratissimo fermato solo dal palo e dal portiere avversario e il VAR ad annullare i gol di Miranchuk e Sanabria per posizioni di fuorigioco all'inizio delle rispettive azioni, confezionavano una prima parte di gara quasi da incorniciare per i granata, cui mancava il solito pizzico di concretezza offensiva per arrivare al gol.

L'amara sorpresa ad inizio ripresa con la prodezza in rovesciata a centro area del subetrato Destro (poco deciso nella circostanza Djidji ad andare a contrastarlo) e il grande spavento del raddoppio dell'attaccante empolese poi annullato dal VAR per fuorigioco. I restanti minuti vivevano all'insegna di una lunga, generosa pressione dei torinisti alla ricerca del pareggio accompagnata però da mancanza di lucidità e frenesia crescenti, mentre i toscani difendevano con ordine pregustando il colpaccio.

La beffa veniva evitata in maniera rocambolesca, ma meritata, proprio al 90', quando il rinvio di Luperto sbatteva addosso a Lukic (andato a pressare l'avversario) e finiva in rete. La fortuna, che non guasta mai, permetteva al Toro di non incappare nella quarta sconfitta consecutiva, ma il punticino con cui la squadra di Juric usciva dal campo non affievoliva il rammarico per una gara dominata e chiusa di nuovo senza portare a casa il successo.

Sabato all'ora dell'aperitivo un derby che si preannuncia in tono minore, se non altro per la posizione di centro classifica in cui languono le due squadre. Secondo tradizione sarà la Juventus ad avere tutto da perdere, mentre il Torino, facendo leva anche sul fattore campo e il calore del proprio pubblico, potrà giocare con la testa libera andando alla ricerca di quella vittoria che manca da sette anni.

Nella fotografia tratta dal sito ufficiale del Torino F.C.  il numero 10 granata Sasa Lukic. 

 

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  Scritto da Luca Ceste il 10/10/2022
 

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